La natura ce lo insegna: tutto quanto non serve più, a cominciare dalle foglie secche e dagli escrementi, si può decomporre per tornare utile nel ciclo vitale delle piante. E allora perché non farlo anche in casa, generando un ‘humus’ che produce fertilità? Questo è il principio alla base del compostaggio, una tecnica che negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede.
Come funziona la compostiera
Utilizzare la compostiera è una buona azione quotidiana e permette allo stesso tempo di risparmiare in tempo e denaro. Le stime dicono infatti che ogni italiano produce almeno 85 chilogrammi l’anno di rifiuti organici, una quota che aumenta se aggiungiamo anche gli scarti come la carta e il legno, cioè anche gli scarti biodegradabili.
Tutto materiale che in qualche modo può essere riciclato n maniera utile, se trasformato in compost. I vantaggi sono molti: si riduce il carico di rifiuti da portare in discarica o negli inceneritori, quindi si genera anche meno inquinamento atmosferico e si produce qualcosa di utile.
Ma cosa si può mettere nella compostiera? Intanto i classici avanzi delle cucina, a cominciare dalle bucce della frutta e gli scarti della verdura, ma anche i fondi del caffè, tutti gli scarti del giardino e dell’orto (l’erba tagliata, le foglie e i gambi secchi, i fiori appassiti, le potature, oltre al cartone e i trucioli. In maniera minore anche gli avanzi di cibo di origine animale, i cibi cotti, le foglie di piante poco degradabili come faggio, castagno, magnolia, le lettiere per cani e gatti (ma solo nelle compostiere a temperatura elevata. Assolutamente vietati invece altri scarti come plastica, metalli, tessuti, vernici, pile scariche, vetro, carta ad alta grammatura come le riviste.