All’interno di una situazione sanitaria che, negli ultimi tempi, è andata via via peggiorando a causa dell’infezione da COVID-19 che si è rivelata essere una vera e propria pandemia, non sono stati pochi coloro che si sono fatti trovare impreparati riguardo la necessità di avere una dotazione di dispositivi di protezione adeguati alla gravità della situazione.

Se all’inizio di questa emergenza lo smarrimento generale, anche all’interno delle strutture sanitarie, poteva essere giustificato con il fatto di essere stati completamente colti alla sprovvista dall’ondata e dal livello di infezione del virus, dopo settimane di reciproca conoscenza, siamo tutti più o meno in grado di riconoscere quali sono i dispositivi di protezione adatti e di cui munirci durante questa convivenza forzata con il COVID-19 fino al momento in cui potrà essere sconfitto attraverso la somministrazione di un vaccino valido e sicuro o di una terapia farmacologica efficace.

Letteralmente i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) sono quelle specifiche attrezzature – guanti, maschere facciali filtranti, occhiali, scarpe… – utili a preservare la salute degli operatori sanitari e dei lavoratori di determinate categorie quando le normali misure di prevenzione rischiano di non essere sufficienti all’interno di contesti specifici o di fronte ad agenti particolarmente pericolosi.
A tal proposito, bisogna subito sottolineare che quelle che vengono comunemente definite MASCHERINE CHIRURGICHE, impiegate in alcuni ambiti sanitari e nell’industria alimentare, non appartengono alla categoria dei DPI in quanto sprovviste di efficienza filtrante, esattamente come indicato dalla normativa UNI EN 14683: esse, infatti, sono dei dispositivi destinati a proteggere non l’operatore ma il paziente o l’alimento da eventuali contaminazioni. Una volta terminata l’operazione a cui esse sono servite, le mascherine chirurgiche, essendo monouso, dovranno essere smaltite adeguatamente.

Al contrario, i dispositivi di protezione individuali certificati sono quelli che rispondono alla normativa UNI EN 149:2001 e, più nel dettaglio, si tratta di quelle semimaschere dotate di filtro che proteggono bocca, naso e mento. In base al loro potere filtrante, tali mascherine si suddividono, come abbiamo ormai imparato a conoscerle molto bene tutti noi, in FFP1, FFP2 e FFP3: la doppia F indica la capacità di essere Filtranti Facciali, mentre la P le identifica come capaci di Proteggere dalla Polvere. Invece, i numeri crescenti 1, 2 e 3 indicano il livello di protezione: bassa (superiore comunque all’80%), media (superiore al 94%) e alta (superiore al 99%).

In assenza di una normativa precisa e per garantirsi comunque una protezione basilare adeguata, è bene accertarsi che qualsiasi mascherina contro il virus acquistata sia dotata almeno di marchio CE che ne certifichi la conformità e la provenienza.